venerdì 27 novembre 2015

SOS MK ULTRA sulle forze dell'ordine e sulle forze armate italiane

illuminati - manipolato dichiara : sono manipolato con il telecomando de...

arma ad onda convogliata EEG GPS ad elettro fotoni catalizzanti

SOS - manipolazioni neurali alla guida

satellite spia con arma psico elettro fotonica transcranica

SATELLITI SPIA e DRONI SPIA che spiano la nostra vita

Emiliano Babilonia spiato e manipolato con alte tecnologie EEG ( LA PRO...

mercoledì 25 novembre 2015

Asimmetria satellitare biometrica il futuro delle armi militari mondiali

Asimmetria satellitare biometrica il futuro delle armi militari mondiali 



Satelliti e armi in grado di vedere attraverso i muri. Anche di notte. O dentro una caverna. Facile da usare e da trasportare: per intenderci, anche all'aperto, tipo in alta montagna, magari con la neve. Come l'Afghanistan di Bin Laden. Roba da fantascienza? Niente affatto: deve essere pronto e consegnato, in quantità industriali, entro un anno, un anno e mezzo al massimo. Mandare una proposta al più tardi la vigilia di Natale. Il prezzo fatelo voi: non c'è limite.

Messo di fronte alla nuova realtà della lotta al terrorismo, il Pentagono ha guardato dentro i suoi arsenali e ha scoperto che sono pieni di aerei senza pilota e satelliti spia, ma vuoti di strumenti contro l'antrace o il gas nervino. Ha guardato nei cassetti e si è ritrovato con sofisticati progetti di bombe teleguidate e caccia imprendibili, ma nulla che aiuti un normale poliziotto a individuare un terrorista o a inseguire un singolo sospetto. In larga misura, non è successo per caso: la scelta di "abbandonare, più o meno, l'uso degli esseri umani come fonti primarie di raccolta di informazioni è stato il risultato di una scelta deliberata" ammette il generale Hugh Shelton, che ha appena lasciato, per la pensione, il posto di capo di Stato maggiore delle forze armate americane.

Ma, adesso, il Pentagono ci ripensa e sbaracca, d'un colpo, tutto l'elefantiaco apparato burocratico degli appalti, per cui è famoso in America. Sul suo sito Internet destinato alle imprese, è comparso una sorta di bando di concorso a procedure eccezionali, nel deliberato tentativo di allargare al massimo e semplificare la partecipazione. L'idea, spiega un funzionario dell'Ufficio Acquisti, Tecnologie e Logistica, è di saltare la solita cerchia di grandi fornitori dell'industria militare e far entrare nella partita imprese che non guardano, di solito, al Pentagono come cliente: aziende anche piccole, ma innovative.

Nel suo bando, il Pentagono elenca 38 richieste di nuovi sistemi e tecnologie. Alcuni sono pensati per incastrare Bin Laden in Afghanistan o sgominare un covo di terroristi in Somalia. Ma molti sono destinati ad entrare nella vita quotidiana degli americani, per sorvegliare aeroporti o grandi magazzini. Per esempio, una comoda macchina della verità portatile, da mettere al check in degli aeroporti: "Lei ha una bomba in valigia?" e attenti a cosa succede al vostro battito cardiaco. Alcuni sono tiri alla cieca, vaghi e generici, nella speranza che qualcuno sia capace davvero di tirare fuori un'idea brillante per un "sistema di database e motori di ricerca, in grado di classificare e rintracciare comportamenti sospetti", non meglio specificati.

Oltre alla macchina della verità per aeroporti e stazioni ferroviarie e ai software contro i "comportamenti sospetti" , i militari americani cercano "sensori in grado di sorvegliare obiettivi militari e civili" . Anche tecnologie di "riconoscimento facciale" : in sostanza, un sistema informatico che confronti, in tempo reale, i volti che scorrono davanti alla telecamera collocata a un incrocio o a un casello autostradale, con un database di persone ricercate o sospette. Un sistema video per pedinare una persona: nonostante quello che ci fa credere Hollywood, oggi non esiste un modo di sorvegliare - da satelliti o da elicotteri - un singolo individuo.

Anche un sistema audio: individuare una persona sulla base della sua voce. O della lingua che parla: insensibile alle accuse di razzismo, il Pentagono vorrebbe specificamente un sistema che riconosca, sulla base di spezzoni di 1030 secondi di conversazione, se uno parla Pashtu, Farsi (le lingue più diffuse in Afganistan) o anche arabo o urdu pakistano.

Altre richieste sono più direttamente militari. Una corazza multiuso, ovvero un giubbotto antiproiettile, ma anche anticoltello. Una sentinella elettronica, di orecchio fino e che non si addormenta mai: un sistema di allarme, a base elettromagnetica o acustica, che avverta i soldati americani dell'arrivo di un veicolo o semplicemente nemici a piedi.

Una richiesta è specificamente pensata per l'Afghanistan dei Taliban e di Al Qaeda: un radar o un sonar che scopra caverne e tunnel. Il terzo gruppo di richieste riguarda la minaccia del bioterrorismo. Il Pentagono si è accorto di non avere strumenti, facili da utilizzare e sufficientemente distribuiti, per sventare un attentato chimico o batteriologico, senza ricorrere a tutta la batteria di attrezzi di un vero e proprio laboratorio scientifico. Quindi, vuole un semplice rivelatore, a pile (specifica il bando), per capire se una certa quantità d'acqua è contaminata. Un altro, più complesso, rivelatore dovrebbe segnalare rapidamente se un sospetto ha maneggiato possibili strumenti terroristici: ad esempio, ha nel sangue gli anticorpi dell'antrace, mostra deboli segnali di radioattività o di aver usato certe sostanze chimiche. Il Pentagono pensa anche a sistemi di allarme che individuino agenti chimici o batteriologici pericolosi, prima che vengano rilasciati in un attentato: un rivelatore di gas nervino all'ingresso della metropolitana, ad esempio.

Nonostante l'aria futurista, molti di questi progetti sono rapidamente realizzabili, dicono all'Ufficio Acquisizioni, o con la quantità di fondi sufficiente o adattandoli dall'uso civile. Un database della compravendita di materiali pericolosi non è tecnicamente difficile: richiede, soprattutto, volontà e mezzi per crearlo. E tecnologie come il riconoscimento facciale sono già sul mercato: esiste finanche una Associazione Internazionale dell'Industria Biometrica.

FONTE - ricercatoridifenomeniinspiegabili.blogspot.it

RICERCATORI DI FENOMENI INSPIEGABILI NEL MONDO: ECHELON

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giovedì 19 novembre 2015

Video Shows Moment Of Mass Shooting Inside Bataclan Concert Hall - Paris...

Stragi di Parigi - Intelligence francese sapeva tutto - forse un complotto EUROPEO

Più che di attentati, quelli della notte scorsa a Parigi assomigliano a vere e proprie azioni di guerriglia condotte con tecniche militari non molto dissimili nella dinamica dai combattimenti sostenuti sui fronti iracheno e siriano dai miliziani dello Stato islamico o di altri movimenti jihadisti.
Una specifica tipologia di azione terroristica ormai nota ai servizi di sicurezza europei e soprattutto a quelli francesi che dopo il raid contro la redazione di Charlie Hebdo nel dicembre scorso si attendono incursioni jihadiste effettuate con tecniche di guerriglia. Una minaccia facile da attuare, una volta che si è riusciti a entrare in possesso di armi da guerra ed esplosivi, grazie alla capillare presenza in tutta Europa di migliaia i “veterani” che hanno combattuto sotto le bandiere del Califfato o dei diversi gruppi aderenti ad al-Qaeda in Iraq, Siria, Somalia, Yemen, Afghanistan e nel Sahel.
A inizio novembre un rapporto dei servizi di sicurezza francesi rivelato da radio France Info evidenziava l’altissimo rischio di attacchi trasversali compiuti da cellule terroristiche che agiscono “in trasferta”, cioè in Stati diversi da quelli dove vivono abitualmente.
Jihadisti francesi che lanciano un attacco in Spagna o in Germania mentre i miliziani islamici tedeschi o spagnoli compiono attentati in Belgio o in Francia.
Secondo gli 007 di Parigi gli attentati trasversali sono più facili da eseguire perché consentirebbero ai terroristi di sfuggire più facilmente al controllo dei servizi di sicurezza europei. L’Isis sembra quindi commettere sulla limitata condivisione di informazioni circa i potenziali terroristi islamici tra i partner Ue. Un “foreign  fighter” francese appena rientrato dalla Siria ha infatti molte possibilità di venire controllato dai servizi di sicurezza di Parigi, decisamente meno da quelli di un altro Stato della Ue se si reca all’estero, almeno nei primi giorni.
La dinamica degli attacchi simultanei effettuati ieri sera indica la capacità militare di condurre azioni coordinate e simultanee e potrebbe costituire una rappresaglia per il rinnovato impegno di Parigi contro il Califfato e i movimenti jihadisti.
Nelle ultime settimane infatti le forze aeree francesi hanno iniziato a bombardare anche in Siria colpendo obiettivi vicino a Raqqa, capitale dello Stato Islamico. Negli stessi giorni la portaerei Charles De Gaulle ha raggiunto il Mediterraneo Orientale per partecipare con i suoi cacciabombardieri ai raid contro l’ISIS mentre nel Sahel i 3 mila militari francesi dell’Operazione Barkhane hanno colpito duramente i movimenti jihadisti in Malì.
Il movente per spiegare i nuovi attacchi terroristici contro la Francia quindi non manca, anche se da quanto trapela dai rapporti d’intelligence il rischio terroristico è sempre più elevato anche nel resto d’Europa.
Andrew Parker, alla testa del controspionaggio britannico (MI5) ha annunciato nei giorni scorsi che lo Stato Islamico sta preparando attacchi su vasta scala nel Regno Unito dove negli ultimi 12 mesi sono stati sventai sei attentati più altri sette contro interessi di Londra all’estero organizzati da jihadisti radicalizzati nel Paese.
“Di sicuro questo è il più alto numero di attentati sventati nei miei 32 anni di carriera e sicuramente il numero più alto dall’11 settembre del 2001” ha detto Parker che ha anche rivelato come l’80 per cento dei 4.000 agenti dell’Mi5 siano impegnati 24 ore su 24 ha impedire attacchi terroristici per lo più provenienti dall’Isis.
Il direttore dell’MI5 ha sottolineato la rapidità e facilità con cui cittadini britannici, specialmente giovani, si stiano radicalizzando attraverso indottrinamenti online e siano incoraggiati a compiere attentati.
Per intercettarli il controspionaggio di sua Maestà ha intensificato le operazioni di controllo sul web conducendo anche azioni di cyberattack per smantellare una rete terroristica online ed infiltrarsi nei loro sistemi di comunicazione.
Servizi di sicurezza in allarme anche in Germania dove l’Ufficio federale per la difesa della costituzione (Bfv) ha stimato in oltre 720, in gran parte sotto i trent’anni, gli estremisti che dalla Germania si sono recati in Siria e in Iraq per schierarsi al fianco dei terroristi dello Stato islamico (Isis) dei quali almeno 60 già rientrati sul suolo tedesco.
“Anche nell’estate del 2015 il cosiddetto Stato Islamico è una meta pericolosamente attraente per i giovani islamisti dalla Germania”, aveva spiegato in ottobre il capo dei servizi, Hans-Georg Maassen. L’intelligence di Berlino è a conoscenza di oltre 20 casi di attentatori suicidi provenienti dalla Germania convinti dall’Isis a togliersi la vita per uccidere.
Anche i flussi migratori attraverso i Balcani verrebbero utilizzati per infiltrare terroristi in Europa. Le ultime segnalazioni in proposito sono state registrate in settembre dai servizi di sicurezza macedoni e illustrate alla Ue dal ministro degli esteri di Skopje, Nikola Poposki.
Durante i controlli eseguiti sugli immigrati diretti verso la Serbia, i servizio di sicurezza macedoni hanno individuato alcuni foreign fighters (anche di origine balcanica) provenienti dai fronti siriano, iracheno e afghano.

FONTE : http://ricercatoridifenomeniinspiegabili.blogspot.it/

Corrado Malanga - Emiliano Babilonia in mk ultra con radio frequenze son...

Porno Ipnosi Animoidi

Agente segreto italiano parla

martedì 17 novembre 2015

Attentati ISIS del 13 / 11 / 2015 a Parigi con video inediti scioccanti

Lavorare nei Servizi Segreti Italiani 2016

Lavorare nei servizi segreti italiani - LINK


Lavorare nei Servizi Segreti Italiani


Il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica è al momentio alla ricerca di cittadini che vogliano mettersi al servizio del proprio Paese.


RICERCATORI DI FENOMENI INSPIEGABILI NEL MONDO http://ricercatoridifenomeniinspiegabili.blogspot.it

giovedì 12 novembre 2015

Spionaggio mondiale nel 2018 i nuovi satelliti spia del National Reconaissance Office (NRO) americano

Spionaggio mondiale nel 2018 i nuovi satelliti spia del National Reconaissance Office (NRO) americano

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A partire dal 2018 verranno lanciati i satelliti spia americani di nuova generazione che andranno a sostituire l’attuale serie chiamata KH-11.
La serie di satelliti KH-11 (Key Hole 11), sviluppati e gestiti dal National Reconaissance Office (NRO) americano, ha il compito di fornire immagini satellitari ad altissima risoluzione per scopi di sicurezza nazionale. Essendo un programma coperto da segreto, pochissimo è trapelato riguardo a questi satelliti, se non che sono dotati di un telescopio con diametro principale di almeno 2,4 metri (come quello del Telescopio Spaziale Hubble) che in linea teorica, cioè senza la presenza disturbatrice dell’atmosfera, sono in grado di assicurare immagini della superficie terrestre con risoluzione massima di 10-15 cm.
Anche per quanto riguarda le dimensioni non ci sono informazioni, sebbene si stimi che i satelliti abbiano una lunghezza di circa 20 metri per 3 metri di diametro. A seconda delle varie versioni prodotte, la massa dovrebbe essere compresa fra le 13 e le 19,5 tonnellate. Dei 16 satelliti lanciati, il primo dei quali nel dicembre 1976, uno è andato perduto a causa di un problema al lancio (nell’agosto 1985), dieci sono rientrati in atmosfera dopo aver completato le loro missioni durate fra i 3 e i 13 anni e cinque sono tuttora in orbita, il più anziano dei quali (denominato USA-129 o NROL-2) dal lontano 1996. Qualcosa è trapelato anche per la voce costi, con cifre stimate attorno ai 2,5 miliardi di dollari a satellite compreso il lancio.
Rappresentazione ipotizzata di un satellite KH-11. Credit: trendsbuzz.com
Rappresentazione ipotizzata di un satellite KH-11. Credit: trendsbuzz.com
Per poter coprire di osservazioni l’intero globo terrestre, i satelliti sono posizionati su orbite polari con inclinazione di 98°, mentre per poter consumare meno propellente e quindi rimanere nello spazio il più possibile le loro orbite sono ellittiche con perigei fra 260 e 309 km ed apogei fra 894 e 1.007 km.
I sedici satelliti sono stati realizzati dalla Lockheed (ora Lockheed Martin) a Sunnyvale in California e lanciati dalla base aerea di Vandenberg. Tutti i lanci tranne gli ultimi due sono avvenuti tramite razzi Titan, nelle versioni IIID, 34D e IV. Il programma KH-11 doveva concludersi con questi 14 satelliti e lasciare il posto al successivo FAI (Future Imagery Architecture) che avrebbe visto satelliti di prestazioni maggiori ma al contempo di dimensioni e massa più contenute, permettendone il lancio con vettori meno potenti e costosi. Nel 1999 il National Reconaissance Office firmò un contratto con Boeing per la costruzione di questi satelliti per immagini ottiche (assieme ad altri dotati di radar) ma il loro sviluppo è stato costellato da ritardi, problemi tecnici e aumento dei costi tanto che nel 2005 NRO ha risolto il contratto con Boeing (mantenendolo solo per la parte radar) ed ha ordinato a Lockheed Martin altri due KH-11 per poter colmare il gap venutosi a creare con l’impossibilità di far entrare in servizio nei tempi pianificati (il primo lancio era previsto nel 2004) la futura generazione di satelliti.
Gli ultimi due KH-11 costruiti, denominati USA-224 (NROL-49) e USA-245 (NROL-65), sono stati lanciati rispettivamente nel gennaio 2011 e nell’agosto 2013 utilizzando il razzo Delta IV-Heavy. Questi due satelliti sono stati posizionati dove prima c’erano gli ultimi due KH-11 lanciati con i Titan, denominati USA-161 (NROL-14) e USA-186 (NROL-20) e portati in orbita rispettivamente nel 2001 e nel 2005. Questi ultimi sono stati a loro volta riposizionati su orbite molto meno ellittiche, con perigei ed apogei compresi fra 265 e 440 km, che consentono una risoluzione media migliore lungo ogni orbita a discapito però di un maggior consumo di carburante per mantenere la quota desiderata.
Il lancio dell'ultimo satellite della serie KH-11, USA-245 o NROL-65, avvenuto il 28 agosto 2013 dallo SLC-6 di Vandenberg. Credit: ULA
Il lancio dell’ultimo satellite della serie KH-11 (USA-245 o NROL-65) avvenuto il 28 agosto 2013 dalla rampa SLC-6 di Vandenberg. Credit: ULA
La scelta di piazzare i satelliti KH-11 su orbite ellittiche deriva proprio dalla volontà di allungarne la vita operativa. I primi satelliti avevano apogei attorno ai 500 km ma le loro missioni duravano circa 3 anni, mentre da quando gli apogei sono stati portati a 1.000 km la durata media ha superato gli 8 anni non contando i satelliti attualmente in orbita dei quali due hanno già più di 13 anni di servizio alle spalle. La quasi circolarizzazione dell’orbita di USA-161 e USA-186 potrebbe però indicare un nuovo cambio di rotta in previsione della prossima generazione di satelliti che sostituirà il fallimentare (per la parte ottica) programma FAI. Per la loro costruzione, iniziata nel 2012, è stata ancora una volta messa sotto contratto la Lockheed Martin che appronterà il primo modello (NROL-71) in tempo per il lancio previsto nel 2018. I lanci di questi nuovi satelliti avverranno sempre dalla base californiana di Vandenberg e con il Delta IV-Heavy che fornisce prestazioni migliori rispetto ai vecchi Titan e quindi consentirà di imbarcare una quantità maggiore di propellente a bordo dei satelliti. Questa maggiore riserva di carburante potrà permettere una vita operativa sufficientemente lunga anche posizionando i satelliti sulle attuali orbite di USA-161 e USA-186 che quindi potrebbero diventare il nuovo standard per questi satelliti di NRO.

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